
FILARMONICA BORGOGNONI
I VINCITORI
Le poesie vincitrici dell'edizione 2022 del Premio Nazionale di Poesia "P. Borgognoni" sono:
Prima classificata
Il cuore e le pietre · Vincenzo Ursini
Seconda classificata
Comuni divergenze · Fabrizio Bregoli
Terza classificata
Sempre sarai l'Altissima · Rosanna Spina
Poesie segnalate
L'ordine con cui cadono le foglie · Maurizio Paganelli
Quando graffiavo il cielo con le mani · Vittorio Di Ruocco
Sull'orlo di un altro bicchiere · Stefano Baldinu
Menzione speciale
La mia vita · Silvia Niccolai
Il cuore e le pietre
(a mio padre)
Il fascismo aveva unghie di fuoco
e dalle case di nebbia
saliva
la rabbia repressa.
La fame
dormiva sulla pancia del gatto
che guardava la luna
e gli occhi
erano stelle di paura.
Tu portavi dentro baratri improvvisi
di uomini lasciati sulle piazze
con un colpo di fucile dentro al petto,
di donne appese come capre
alle forche dei salici sul fiume.
Oggi il mare ha brividi di azzurro
e l'estate è una stella cadorina
ma sapessi che guerra sulle strade,
sapessi quanti occhi di ragazzi
seduti sui gradini delle chiese
come lebbrosi o cani di ventura,
sapessi com'è buia la città
quando a sera si allungano le ombre
e noi viviamo ergastoli infiniti.
Così, ti chiedo perdono se stasera
rancore più non sento per la morte
che colse la tua vita a tradimento
in quel mattino tenero d'aprile.
Vincenzo URSINI
Catanzaro
Comuni divergenze
A unirci certi strani tarli, il debole
comune del piccolo artigiano,
altre stregonerie minime.
Tu amavi fabbricarti le cartucce
con antica perizia di speziale.
La polvere da sparo, il cartoncino
borre di feltro, pallini di piombo
il dischetto di sughero. Orlare
infine il bossolo. Tutto dosato
negli accenti deboli, rudimenti
di metrica tascabile. Ricetta
per il bersaglio esatto.
Io invece preferisco la poesia,
la scienza bellicosa del disarmo.
Quel suo sparare a salve
per non fallire un colpo.
Fabrizio BREGOLI
Cornate d'Adda (MB)
Sempre sarai l'Altissima
sempre sarai l'Altissima
lucerna che intoccabile traspare
come un gioiello senza possessori –
desiderata luce che non placa
necessità del dire,
messe nel campo della mietitura
che all'inesperto cela gli strumenti
con cui impastare il pane del sublime
e solo in pochi chicchi si concede
a chi affamato passa a spigolare
Alta magnificenza della fonte
nasconde la sorgente per timore
che l'oratore in veste di mercante
inquini la Parola:
da troppa altezza il cielo non risplende
a chi s'acceca d'enfasi
truccando in varia forma la sua essenza:
beltà leziosa muore tra gli orpelli,
il poco scema mentre il troppo affonda
restando come un sasso nello stagno
nell'inversione della traiettoria
(arduo è lanciarlo fino sopra il monte)
Sarai sempre l'Altissima che ammiro
dal basso dei gradini della scala,
il frutto delizioso che mi tenta
mentre allungo la mano con tremore
e un raggio d'oro mi ferisce gli occhi
che chiudo sul guanciale della sera.
Rosanna SPINA
Venturina Terme (LI)
L'ordine con cui cadono le foglie
C'era una peste senza cura prima,
una guerra in corso o che ghermiva.
Che scuse per mancare di coraggio,
volere l'impotenza adesso? Queste:
che l'esistenza forse non esiste
oppure è di per sé stessa oltraggio.
Ti guarda senza memoria la storia,
di traverso, slogata e ricomposta,
e ti tormenta a tratti delicata
per poi strappare a tradimento un grido.
Lo vedi con un viso di ragazza,
di figlia che crescendo s'allontana
e un domani farà, speri, giustizia
di te o per te, ancora non t'è chiaro.
Solleva polvere la pioggia rada
d'una nuvola in groppa a una cicala.
Tu testimoni, come l'acqua o il vetro,
l'ordine con cui cadono le foglie.
Non hai nomi per questi nuovi giorni
d'abbandono e silenzio dentro i volti.
Maurizio PAGANELLI
Milano
Quando graffiavo il cielo con le mani
Non vivo più negli angoli roventi
nel tempo fatuo della tua deità
tra viaggi immaginati e sogni spenti.
Io ti promisi voli sopra il mondo
porgendoti la vivida realtà,
quella che si respira ad occhi aperti
nel tempo che delimita il presente,
perché nessuna goccia della vita
potesse scivolare nel passato
senza che ne serbassimo memoria.
E adesso appeso ai rami del ricordo
respiro la più triste delle sorti
lontano dalla bocca tua tremante
che trasformò la steppa del mio cuore
in verdeggiante e florida foresta.
Non riesco a cavalcare più le onde
della felicità che mi sconfisse
quando graffiavo il cielo con le mani
e trattenevo impavido le notti
come il guerriero che non indietreggia
di fronte al fondo abisso dell'amore.
Aspetto che la sorte di conduca
verso la fonte eterna dell'oblio
di fronte alla tua immobile presenza.
Ma se ritornerai ad apparirmi
come nel più bel sogno mai vissuto
mi lascerò cadere senza rete
nel buco nero della mia passione
fino a rinvigorire nel tuo cuore
quel fuoco che incoscienti ci travolse.
Vittorio DI RUOCCO
Pontecagnano (SA)
Sull'orlo di un altro bicchiere
Son tornato sui miei fogli
solo per essere felice.
Fuori è diluvio universale
come non accadeva da tempo.
Non ho voglia di guardare fuori:
non ho mai sopportato la moviola
delle luci a sghimbescio sui fili del tram
nemmeno tu che amavi riporre
il disordine delle tue incertezze
come un segnalibro fra due pagine di fragilità.
Cerco tra i miei passi quello che
sapevi riconoscere tra mille,
quello in attesa sulla soglia
un istante prima del bacio.
Cosa mi resta prima del naufragio:
forse questo equinozio imperfetto,
la solita emicrania, il contorno impreciso
delle tue labbra che provo, invano,
a scolpire come la pronuncia di un respiro
sull'orlo di un altro bicchiere.
Stefano BALDINU
Bologna
La mia vita
Il mio ieri
Il mio oggi
Il mio domani
A cosa serve la mia vita
Forse non lo so
So che il mio cuore
Trabocca d'amore
So che basta un sorriso
Una lacrima
Una parola
So che basta poco per essere felici
Ho bisogno di capire chi sono
Cosa voglio
Ho bisogno di ricominciare sempre
E ricominciare ogni giorno
Silvia NICCOLAI
Pistoia